10/01/09

Brevissimo trattato di fisica per poeti

Immaginate di dover comprare il latte. Uscite quindi di casa, andate a Fiumicino, prendete un volo per la Nuova Zelanda, da lì un traghetto per la Tasmania, poi in elicottero fino a Vostok in Antartide, per poi tornare in dirigibile a Wellington e tornare a Fiumicino via Bangkok, e in taxi alla latteria sotto casa. Dal punto di vista termodinamico avrete fatto esattamente la stessa cosa di uno che esce e va dal lattaio. La termodinamica tiene infatti conto solo degli stati iniziale e finale del sistema e non del percorso compiuto.La cinetica invece tiene conto della differenza di energia, quindi ci dà atto del culo enorme che ci siamo fatti a girare mezzo mondo per poi comprare un litro di latte sotto casa.
E ancora: vi siete mai chiesti perché la rana fa mille uova e poi se ne frega, mentre l’uomo fa un figlio solo e poi lo vizia fino a 30 anni? Alla fine 999 girini muoiono e gliene rimane uno, come a noi. Termodinamicamente il risultato è lo stesso, alla fine utilizzano la stessa energia, la rana tutta all’inizio, noi spalmata in 30 anni.
Non si tratta di un insieme di tediose formule che marciscono nei libri, ma di un principio universale applicabile a tutti gli aspetti della realtà e della vita.
Potremmo, ad esempio, presentarci in banca e dire: “Vorrei accendere termodinamicamente un mutuo, ma cineticamente non so come pagarlo...”
Oppure sentirsi dire da una donna: “Cineticamente ti amerei pure ma termodinamicamente resto con lui…”
Il problema è che scoprire la portata di tutto ciò è pericoloso, infatti chi si accorge della cosa è a forte rischio infelicità.
Come un certo signore che a Recanati nell’800 si accorse che la vita termodinamicamente non aveva alcun senso, e la sola cosa che ci restava da fare era naufragare dolcemente, e cineticamente, in questo mare.