
Mi colpiscono come due fendenti, le interpretazioni a questo punto sono due:
1. Mi vede come un figo inseritissimo che, alle 22.19 di un piovoso mercoledì, non può che apprestarsi a vivere una scoppiettante serata piena di bollicine, risate e testosterone.
2. Mi vede come un mezzo sfigato cui nulla potrà evitare una serata anonima e conformista, fatta di solitudine e televisione satellitare e si diverte crudelmente a ricordarmelo.
Fatto sta che “Buona serata” non va mai detto. È profondamente diverso da “Buongiorno” e “Buonasera”, non è un cliché, una cortesia automatica, è un riferimento più pensato, preciso e ineluttabile, quasi un’intimazione. Può indurre in chi la riceve un pericoloso tourbillon di apocalittici pensieri: “Ma quale serata?”, quando magari se non te lo avessero detto saresti andato avanti così in automatico, senza leopardiani interrogativi.
2 commenti:
Tra le cose da non dire aggiungerei "carissima" e "gentilissima"...i superlativi, in genere, non sono mai sinceri.
"Un pericoloso tourbillon di apocalittici pensieri".
Ehehehe...
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